Sicurezza alimentare

L’antibiotico resistenza è un effettivo ed indesiderato aspetto della sopravvivenza batterica che continuamente sfida la salute umana e animale.

Il “progresso” sanitario, così come il rivoluzionario sviluppo di nuove molecole antibiotiche, ha significativamente ridotto la mortalità associata alle infezioni batteriche. La comparsa e la diffusione di batteri antibiotico-resistenti ha minato fortemente queste conquiste, dal momento che infezioni un tempo facilmente gestibili e risolvibili stanno diventando, o sono diventate sempre più difficili se non impossibili da trattare (1).

La resistenza antimicrobica costituisce un problema a livello Europeo e mondiale e riguarda numerosi settori, quali medicina umana e veterinaria, allevamento, agricoltura, ambiente e commercio (2).

La globalità della problematica ha indotto istituzioni internazionali quali l’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) e il Centro Europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) a lanciare un serio allarme e ad inserire l’antibiotico resistenza tra le priorità che i Paesi della Comunità dovranno affrontare. Con la risoluzione denominata “una strategia Europea contro la minaccia microbica” (1999/c 195/01) si affermava, infatti, che un’efficace riduzione del fenomeno dell’antibiotico-resistenza non avrebbe potuto essere conseguita solo attraverso misure intraprese a livello nazionale, ma avrebbe richiesto una strategia comune e un’azione coordinata, sia a livello comunitario che internazionale.

L’alimentazione umana, derivante da animali trattati con antibiotici, può rappresentare un veicolo di trasmissione della resistenza antimicrobica dagli animali agli uomini, il che mette in evidenza l’importanza del legame tra la medicina umana e veterinaria come rilevato dall’approccio “One Health”(*). Anche nel settore veterinario esistono aspetti che destano una certa preoccupazione (3).

In un rapporto pubblicato dall’EFSA già nel 2007 (4) ed in un altro rapporto pubblicato nel 2010 (5) si afferma che alcuni tra i più comuni batteri zoonotici provenienti da animali e alimenti nell’UE hanno sviluppato resistenza agli antibiotici.
In particolare, tra i batteri testati, è stata ripetutamente riscontrata la resistenza all’ampicillina, ai sulfonamidi e alla tetraciclina e, da diversi Paesi, è stata segnalata la resistenza ai fluorochinoloni, ai macrolidi e alle cefalosporine di terza generazione (importanti antibiotici anche nel trattamento delle patologie infettive umane) (6) .


Bibliografia

  • (1) Wang SY, George D, Purych D, Patric DM, Antibiotic resistance : a global threat to public Health. BCMJ,2014,6:295-296-BC Centre for Disease Control.
  • (2) Roca I, Akova M, Baquero F, et al. The Global threat of antimicrobial resistance: science for intervention. New microbes and New infections. 2015;6:22-29.
  • (3) Carattoli A et al. 2005; Busani C. et al 2004.
  • (4) EFSA Trands for Sources of zoonoses and Zoonotic Agents, 2007
  • (5) EFSA Food-borne Outbreaks in the European Union in 2008, 2010
  • (6) EFSA Trands for Sources of zoonoses and Zoonotic Agents an Food-borne Outbreaks in the European Union in 2008, 26 April 2010 *Pubblication of American Veterinary Medical Association.